Diario di “un pazzo”
La storia tragica - comica - allegra di Pippo Bosè
Firenze. Piazza Signoria. Un giorno qualunque dei primi anni '80. Da un lato Alessandro Fantechi,
un giovane attore, dall’altra Filippo Staud, “un matto”. Entrambi si buscano il pane facendo gli
artisti di strada. Si scontrano spesso. Non si incontrano mai.
Venticinque anni dopo, in un mite pomeriggio di ottobre, quel giovane attore divenuto regista sta
tenendo un laboratorio teatrale per i ragazzi del centro diurno di salute mentale Fili e Colori. Tra i
suoi allievi, quel giorno, c’è uno strano personaggio. Dice di chiamarsi Pippo Bosè e di essere un
famoso showman (sciaman). Canta le canzoni del suo idolo, Miguel Bosè, da cui ha preso il
cognome. Non è un bugiardo, né uno stolto. È Filippo Staud, quel ”matto”.
Alessandro Fantechi inizia così un viaggio alla riscoperta della storia, tragica - comica - allegra, di
Pippo Bosè, e da questo incontro, artistico e umano, nasce Io e Amleto, un dialogo a due voci tra
Si consumano gradualmente i suoi cinquantuno anni, scanditi dai grandi successi musicali che, di
volta in volta, un improvvisato Fantechi alla consolle, inserisce e suggerisce a Pippo. È proprio un
figlio della televisione il nostro Bosè, un fiorentino “bucaiolo e merdaiolo” orgoglioso di essere un
italiano medio. Ama il mondo dei vip, e le “material girl”, mentre Amleto, quello dei nostri libroni,
proprio non gli garba. Lo vediamo sul grande schermo, che fa da sfondo al palcoscenico, incarnare
personaggi improbabili ripresi dalla commedia shakespeariana riscritta in versione goliardica,
sboccata, e in scena cimentarsi in ambiziose performance, i suoi cavalli di battaglia. Come quando
canta la sua Super man, cover che l’ha reso famoso. Ora cerca l’applauso Pippo, vuole il calore
degli spettatori. È abituato così. Quando tutti lo conoscevano, a cavallo degli anni '80 - '90, è
apparso ai concerti di David Bowie, Madonna, Antonello Venditti, Nomadi e tanti altri, e il suo
pubblico fiorentino l’ha sempre osannato, intonando in coro Pippo Pippo Pippo! A Filippo Staud
basta questo, un riconoscimento. Lo tiene in vita il calore dei suoi fans. È un miracolato, uno che si
è salvato, da solo, costruendosi un personaggio unico. Ha occhi dolci Pippo, e i modi un po’
invadenti, ma da gentiluomo. Chiede sempre Posso? e risponde sempre Grazie! Balla accoccolato
sulla spalla del suo regista e se lo stringe forte, ha paura della solitudine e della tristezza che lo
aggredisce, divoratrice, a causa della sua spiccata sensibilità. Estrae dal taschino della giacca dorata
un foglietto dove appunta le sue riflessioni e le sue avventure. Sono la brutta copia per il suo diario,
Quando finisce il suo show Filippo scende in platea, tra la gente che ama. Fin dall’inizio aspettava
questo momento. Ringrazia tutti. È l’alba di un nuovo spettacolo. Ti bacia, ti abbraccia, ti stringe
forte. Ti riconosce. Ti chiama per nome. Ti chiede di non scordarti di lui, che di te si ricorderà
sempre. Ti supplica di aiutarlo, poi abbassa lo sguardo e sussurra: presto ne avrò bisogno…
Antonio Raciti
REPUBLIC OF BOTSWANA BOTSWANA GENERAL CERTIFICATE SECONDARY EDUCATION TEACHING SYLLABUS HUMAN AD SOCIAL BIOLOGY Ministry of Education Department of Curriculum Development and Evaluation FOREWORD Critical to the success of our secondary education programme is the recognition of individual talents, needs and learning styles. authorise the publication of this senior
« L’éducation philosophique : positions critiques et questions pratiques » Nicolas Go, philosophe LRC-ICEM (mission recherche) et UMR-ADEF Université de Provence nicolas-go@orange.fr Préalable Je voudrais commencer par rendre hommage à la Grèce qui, avec l’Inde, accompagne depuis fort longtemps l’activité de pensée qui guide mon existence. C’est une banalité de di